Harshcore & Der Einzige: The Bujùn Freak Show
REVIEWS
Oren Ben Yosef, Heathen Harvest Wonderfully resembling a 7" from the seventies, with an absurd, yet brilliant picture and matching graphics, "The Bujun Freakshow" wins several points for distracting and confusing the enemy, that is you. The hypothetical situation of this album finding it's way to the house of a seventies' psychedelic fan, who will turn pale after just a few seconds, is not higly unlikely. Inside the 7" cover lies a CDr with the two groups, Harshcore and Der Einzige, sounding pretty diverse and rewarding. "Do it Dodo!" explodes in a dirty and menacing industrial way. Reminding a lot of Noisex, especially from the albums "Over and out" and "Groupieshock" . it's heavy, screaming and drilling into one small point in the brain. Excellent. I am not sure who is talking on the track "Peeping" but she breaks the previous track like a twig and send it to another direction. It sounds somewhat sexy in the begining, and it turns into a slow , almost in audiable dirge. A very fine way to end "Side A" of the album. Antonio Olivieri, Marquee Moon [...] uno split (in sole 90 copie - io ho la 66... spero non siano già finite...) tra due entità abbastanza diverse. Harshcore :: Tommaso Clerico (bass and trumpet) + Luca Sigurtà (tapes and treatments) arrivano da Biella e hanno diviso il palco con simpaticoni della portata di Aids Wolf. Questo loro "Weird noise" è fatto di ritmicità industriali dei tempi che furo(reggiaro)no, voglia di andare fuori strada. "Stunned Tuna" apre marziale e ipnotizza al primo ascolto. Der Einzige :: ancora un vecchio progetto di Hue, nato dall'amore per la Cold Meat Industry e Controlled Bleeding, e affiancato in questo caso da Cristiano Lupo. Strane ambientazioni, accumulo di suoni+voci, melodia come musica concreta - fratture ritmiche... diverse connessioni con Sparkle in Grey... http://marquee-moon.blogspot.com/ Roger Batty, Musique Machine The Bujùn Freak Show is a two way split between two acts that mix: quirky beats, noise, Plunderphonics elements, the odd hints of industrialized matter and atmospheric guitar scaping. All in all it’s an fairly enjoyable and creative split packaging in a eye catching 7 inch card sleeve with retro pictures on First off we have the four tracks from Harshcore that open up with Stunend Tuna, which starts out with stabbing beats, weird echoed vocal and sinister organ dwell. Before it steps up a gear more fierce chopping industrial noise beat cuts. Another worthy mention is Do it Dodo with it’s muffled lo-fi beat roll and stuck vocal sample that later adds on a shimmering electro music box synth simmer 'n’ drone. Really all of the Harshcore tracks are fairly enjoyable with some creative sonic ideas at play. And so on to the four Der Einzige tracks; sadly these seem a little less structured, often a little hazy and ill defined in their make- with all of the four tracks rather meld into one other. We go from bright atmospheric guitar shimmers over crunching beats and sonic flotsam and jetsam, to jazz beats careering with cut-up dialogue, pludderphonics elements, guitar fuzzes and random electro sound bubbles. It’s all interesting in a ramshackle way, but at times it feels a little too lose and unfocused for its own good. All in all some fine and creative ideas on offer from both acts here with the Harshcore tracks seeming a little more focused and consistent than the Der Einzige tracks- but on the whole it’s an rewarding enough split. Mavro, NovaMuzique Elegante uscita in 7" style limitato a 90 copie per la moriremo tutti records, etichetta che solo per il nome è degna di vivere in eterno! Uno split tra due formazioni di freak-noiser di tutto rispetto: da un lato (se così si può dire) Harshcore, prolifico duo biellese che solo quest'anno ha sfornato già altri due splitEP (uno tral'altro con gli incredibili To Live and Shave in L.A.), dall'altro, Der Einzige, riesumato progetto dell'irrefrenabile titolare dell'etichetta, Matteo "Hue" Uggeri (Sparkley in the Grey, Hue, Normality/Edge, Norm) che firma, come se non bastasse, anche l'artwork di questo "The Bujùn Freak Show". Vittore Baroni, Rumore Per farsi notare nell’oceano delle (auto)produzioni, le piccole label ricorrono spesso a confezioni singolari. È il caso dell’etichetta gestita da Matteo “Hue” Uggeri (www.moriremotutti.com): il rumorismo casalingo di Der Einzige in Cheap Material Music ha ad esempio bustina in stoffa decorata a mano più badge, mentre lo split cd di Harshcore & Der Einzige è contenuto in copertina da singolo 7”. Vera chicca del funereo marchio è però il progetto di remix/remake di un tribale brano batteria+voce+violoncello degli OvO, Voodoo (da Miastenia), che allega bambolina vudù di cartoncino ovviamente trafitta da spillo! I dieci contributi nel cd (più un video di Invernomuto) sono tutti estremamente congeniali all’improvvisazione free-form di Bruno Dorella e Stefania Pedretti, conferendo omogeneità stilistica alla raccolta pur nella varietà degli approcci. Si va dal puntillismo astratto di Hue ai beats martellanti di Buben, dalla rarefazione post-rock degli Sparkle in Grey alle manipolazioni dirette dei nastri originali di Larsen Lombriki e Harshcore. C’è chi sceglie di dialogare al piano con la voce incantatoria di Stefania e chi di velocizzarla in sibili ossessivi. Tra gli ospiti, spiccano i nomi dell’americana Amy Denio e degli stessi OvO, che del loro sortilegio offrono una nuova selvatica versione. Valerio Mattioli, Blow Up ... Gabriele de Seta, Rocklab Sigurtà/Clerico contro Uggeri/Lupo, o meglio non contro, ma specularmente, come in ogni split che si rispetti: un setting di ironia freak – la confezione oversize, il fil rouge erettile-dialettale, la comparsata di Hipurforderai in Franco - e due diversi approcci alla rumorosità dimessa e ricercata. Harshcore che si guardano indietro tra beat minimali, grumi di bassi ambient marciti conditi con qualche sputacchio di tromba, l’assalto hatecore spaziale lofi di Do It Dodo! e la rarefazione ben giocata di Peeping (il pezzo più riuscito? Probabilmente); Der Enzige che invece proiettano il loro approccio primitivo in avanti riproponendosi a distanza, attraverso un’ottica industriale di quattordici anni fa, tra percussioni wave inzuppate in riflussi di rumore bianco e field recordings intercettati chissà dove, per finire nella decomposizione di chitarre (o synth?) effettatissime/i di El Bujùn, che tutto riporta a quel silenzioso crepitio di statiche da cui tutto questo è sempre, ciclicamente, cominciato. Venti minuti di gradevole artigianato, con picchi che meriterebbero ulteriori esplorazioni. Massimiliano Drommi, Miuzik La confezione che accompagna questa uscita
(dal pregevole artwork che riconduce ad un’estetica
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